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Archivio: 20 Ottobre 2022

come funziona fakeyou lapp che falsifica la voce nel mirino del garante della privacy

Come funziona FakeYou? L’app che falsifica la voce nel mirino del Garante della privacy

 

Da Matteo Salvini a Wanna Marchi. Ma anche Francesco Totti e Silvio Berlusconi. Ecco FakeYou text-to-speech che imita personaggi famosi e politici

Da Matteo Salvini a Wanna Marchi. Ma anche Giuseppe Conte, Francesco Totti e Silvio Berlusconi. Se volete usare la loro voce potete andare su FakeYou che diversamente da quello che sembrerebbe suggerire è una ap”p Text to Speech”, vale a dire riproduce i suoni “dal testo al parlato” usando il timbro e la parlate di personaggi famosi. È una declinazione limitata all’audio dei software di deepfake che come sappiamo è in grado per esempio di sostituire il volto originale con un altro digitale a proprio piacimento. Il funzionamento è tanto semplice quanto inquietante. Anche se la voce non è perfetta. Totti biascica. Mentre Berlusconi sembra la voce di un imitatore. C’era anche la possibiltà di parlare come Giorgio Meloni, ma poi è stato tolta. Ad ogni modo Il Garante per la privacy ha aperto un’istruttoria sulla app realizzata dalla società The Storyteller per chiarire l’inziativa.

come funziona fakeyou lapp che falsifica la voce nel mirino del garante della privacy

Computer hacker surrounded by matrix code

Le preoccupazioni del Garante – spiega una nota – “si indirizzano verso i potenziali rischi che potrebbero determinarsi da un uso improprio di un dato personale, quale è appunto la voce”.L’Autorità ha dunque chiesto alla società The Storyteller Company – Fakeyou “di trasmettere con urgenza ogni possibile elemento utile a chiarire l’iniziativa”.“La società – spiega la nota del Garante – dovrà, tra l’altro, fornire le modalità di ’costruzione’ della voce dei personaggi famosi, il tipo di dati personali trattati, nonché le finalità del trattamento dei dati riferiti ai personaggi noti e agli utenti che utilizzano l’app”. La società, inoltre, “dovrà indicare l’ubicazione dei data center che archiviano i dati personali, sia con riferimento agli utenti registrati dall’Italia, sia ai personaggi noti, e le misure tecniche ed organizzative adottate per garantire un livello di sicurezza adeguato al rischio”.



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Fonte: www.ilsole24ore.com

con pixel 7 abbiamo messo google in una scatola e ora usciamo dallo smartphone

«Con Pixel 7 abbiamo messo Google in una scatola. E ora usciamo dallo smartphone»

 

«Fin dall’inizio l’idea è stata quella di mettere Google in una scatolacon Pixel 7». Chi parla è Nanda Ramachandran, vice presidente, da otto anni e Google e a capo delle strategie della divisione business di Pixel, lo smartphone di Moutain View.

Lo abbiamo intervistato poche ore prima dell’’evento Made by Googe che ha visto il debutto in Italia dei nuovi telefonini della famiglia Pixel e la presentazione di una serie di nuovi dispositivi come il primo smart Watch di Google, e il Pixel tablet che arriveranno nei prossimi mesi.

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«Quando abbiamo pensato a Pixel – spiega il manager – l’idea era appunto quella di offrire tutta la nostra esperienza e quello che abbiamo imparato con il motore di ricerca e l’intelligenza artificiale in una scatola». Vuole dire hardware dedicato per sfruttare le potenzialità di Android, il sistema operativo made in Google che oggi muove nove smartphone su dieci. In questo senso il modello di Big G gioca la stessa partita di Apple, che progetta le applicazioni direttamente con lo sviluppo del dispositivo, offrendo così prestazioni superiori. L’anno scorso ha debuttato il nuovo processore Tensor interamente progettato da Mountain View. E con il Pixel 7 il chip è stato completamente ridisegnato e aggiornato. Tuttavia, l’importanza degli smartphone nei loro bilanci non è la stessa.

con pixel 7 abbiamo messo google in una scatola e ora usciamo dallo smartphone

La strategia commerciale di Google

Secondo i dati di Canalys, i Pixel di Google hanno raggiunto il 2% del mercato nordamericano, nel secondo trimestre del 2022. Apple oggi superato Samsung e ha una quota del 52%, Big G partiva quasi dal nulla, e la sua crescita, anno su anno, è del 230%. Ma rispetto ad Apple gli smartphone sono una voce piccola nel bilancio di Google.
«Il mercato del telefonino sta attraversando un momento difficile. L’incertezza sui mercato per la crescita dei prezzi lato domanda e il rallentamento nella fornitura di microchip (crisi dei semiconduttori) lato offerta hanno pesato sulla distribuzione del prodotto per tutti gli attori. Anche per noi ma ora la situazione è migliorata e nonostante i segni meno siamo ottimisti che il mercato ripartirà».



L’integrazione hardware-software

Ottimisti anche perché per Google la partita sembra avere confini più ampi di quelli dei tradizionali produttori di smarphone. «Anche noi pensiamo che il telefonino sia centrale nella vita delle persone e per il loro accesso a internet e ai servizi dell’economia digitale ma non crediamo sia l’unico. Il nostro ecosistema di prodotti si è allargato nel tempo, sono sempre di più i punti di ingresso dell’utente all’esperienza di Google. E questo ci aiuta a migliorare i nostri prodotti».

Fonte: www.ilsole24ore.com

ecco il meta quest pro un visore vr per salvare il metaverso dal flop

Ecco il Meta Quest Pro, un visore VR per salvare il metaverso dal flop

Il 25 ottobre arriva Meta Quest Pro, il primo visore di una nuova gamma dotata di tecnologie più avanzate, pensate per lavorare nel metaverso. Una mossa escogitata, insieme ad altre, per realizzare la grande promessa del metaverso, un anno dopo aver cambiato il nome da Facebook a Meta.

Meta Quest Pro costa 1.799 euro, tre volte il prezzo del Quest 2, e si rivolge a creatori di contenuti, professionisti oltre che ai soliti early adopter. Ossia chi è disposto a pagare molto più degli altri per una tecnologia nuova e ancora non del tutto matura.
Il Quest Pro include il tracciamento del volto e degli occhi, che serve a umanizzare gli avatar in modo che le conversazioni in VR risultino più personali.
La promessa è che il visore riesca a tradurre le nostre espressioni facciali negli avatar. Ma anche i gesti. Meta sta anche lanciando nuovi controller “auto-traccianti” insieme alle sue nuove cuffie, il che significa che ogni controller ha “sensori integrati” che possono “tracciare la loro posizione nello spazio 3D indipendentemente dalle cuffie”, secondo il post sul blog di Meta sul prodotto.

ecco il meta quest pro un visore vr per salvare il metaverso dal flop

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Meta ha integrato anche quella che chiama “esperienza di realtà mista a colori”. Utilizza telecamere all’esterno dell’auricolare per consentire alle persone di vedere il mondo circostante e sovrapporvi grafica digitale mentre indossano il dispositivo. Attenzione, non è una novità completa: anche il Quest 2 ha questa funzione di realtà mista, ma solo in bianco e nero.Dal punto di vista tecnico, il Quest Pro è un salto in avanti da tutti i punti di vista. Potenza, confort, display. Ha un processore Snapdragon XR2-Plus invece dell’XR2 del Quest 2, 12GB invece di 6GB di memoria e 256GB di storage invece dei modelli da 128GB e 256GB. Pesa 722 grammi contro i 503 del Quest 2 ed è molto più equilibrato nel peso. I suoi schermi offrono una risoluzione di 1800 x 1920 pixel per occhio con una frequenza di aggiornamento massima di 90 Hz, oltre a una nuova tecnologia di visualizzazione che, secondo Meta, offre un contrasto superiore del 75% rispetto a quello del Quest 2. Alcuni visori della concorrenza possono battere il Quest Pro in specifiche caratteristiche, ma il mix degli upgrade lo rendono un prodotto di alto livello. Con un solo compromesso: la batteria dura quasi la metà, 1-2 ore, rispetto al Quest 2, secondo le prime prove tecniche. Ma già adesso è comune per molti utenti stare nel metaverso con il visore collegato alla presa di corrente.

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Meta Quest Pro

ecco il meta quest pro un visore vr per salvare il metaverso dal flop 1

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Alcune tecnologie – ha annunciato Meta – arriveranno l’anno prossimo anche su visori più economici. Meta ha anche annunciato che Quest for Business, il suo bundle in abbonamento per Meta Quest 2 e Meta Quest Pro, che include funzioni amministrative essenziali come la gestione dei dispositivi e delle app, arriverà il prossimo anno. Mark Zuckerberg, nel presentare il visore durante l’evento Meta Connect dell’11 ottobre, riconosce però che il trionfo del metaverso non può aspettare che tutti si dotino di un visore. Ecco quindi che ora il suo obiettivo è portare il metaverso ovunque, su ogni dispositivo e app, come rimarcato nell’evento.Tra l’altro renderà il proprio social Horizon Worlds accessibile anche da web e porterà la propria piattaforma per collaborare Workroom su vari dispositivi. Ha annunciato anche l’integrazione, in Workroom, di Zoom, della modellazione 3D e le “Magic Rooms”, che consentono ai team di creare stanze in VR con persone provenienti sia da ambienti remoti che da ambienti personali. Non è un caso che la prima parte dell’evento sia stata dedicata a quanti soldi gli sviluppatori stiano già riuscendo a fare con le app del metaverso.

ecco il meta quest pro un visore vr per salvare il metaverso dal flop 2

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“A oggi, sono stati spesi oltre 1,5 miliardi di dollari per giochi e applicazioni nel Meta Quest Store” e ha citato varie app di successo economico. Meta ha bisogno di costruire un ecosistema tutto nuovo, da zero, portando dentro più partner possibili. Mosse che porteranno a migliori e più numerosi giochi, tra l’altro, come gli appena annunciati Iron Man Vr e Among Us Vr.Ma anche prodotti per il business e il lavoro. Così Meta ha annunciato un potenziamento delle partnership con Microsoft, Accenture, Adobe tra gli altri. Microsoft porterà Teams e Windows 365 sul Quest Pro. Gli avatar Quest Pro sbarcheranno su Teams e su Zoom. Ecco perché il Quest Pro è centrale in questa nuova fase della strategia con cui Zuckerberg vuole rendere il metaverso una realtà diffusa e centrale nelle nostre vite.Ma questa visione è ancora lontana e priva di un forte business case. E nel frattempo costerà a Meta altre decine di miliardi di dollari. L’azienda ha dichiarato che gli investimenti nella divisione Reality Labs, responsabile della costruzione del Metaverse, hanno ridotto i profitti operativi di 10 miliardi di dollari nel 2021.



Il prezzo delle azioni della società è crollato di quasi il 60% nell’ultimo anno, non solo per colpa di problemi generali del mercato e della pubblicità in Meta e Instagram;pesa anche anche lo scetticismo di alcuni investitori sul fatto che il metaverso possa diventare presto altamente redditizio.A fine settembre, l’azienda ha annunciato il congelamento della maggior parte delle assunzioni e Zuckerberg ha avvertito i dipendenti che i primi licenziamenti potrebbero essere imminenti.

Fonte: www.ilsole24ore.com