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«Con Pixel 7 abbiamo messo Google in una scatola. E ora usciamo dallo smartphone»

Ott 17, 2022 articoli
con pixel 7 abbiamo messo google in una scatola e ora usciamo dallo smartphone

 

«Fin dall’inizio l’idea è stata quella di mettere Google in una scatolacon Pixel 7». Chi parla è Nanda Ramachandran, vice presidente, da otto anni e Google e a capo delle strategie della divisione business di Pixel, lo smartphone di Moutain View.

Lo abbiamo intervistato poche ore prima dell’’evento Made by Googe che ha visto il debutto in Italia dei nuovi telefonini della famiglia Pixel e la presentazione di una serie di nuovi dispositivi come il primo smart Watch di Google, e il Pixel tablet che arriveranno nei prossimi mesi.

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«Quando abbiamo pensato a Pixel – spiega il manager – l’idea era appunto quella di offrire tutta la nostra esperienza e quello che abbiamo imparato con il motore di ricerca e l’intelligenza artificiale in una scatola». Vuole dire hardware dedicato per sfruttare le potenzialità di Android, il sistema operativo made in Google che oggi muove nove smartphone su dieci. In questo senso il modello di Big G gioca la stessa partita di Apple, che progetta le applicazioni direttamente con lo sviluppo del dispositivo, offrendo così prestazioni superiori. L’anno scorso ha debuttato il nuovo processore Tensor interamente progettato da Mountain View. E con il Pixel 7 il chip è stato completamente ridisegnato e aggiornato. Tuttavia, l’importanza degli smartphone nei loro bilanci non è la stessa.

con pixel 7 abbiamo messo google in una scatola e ora usciamo dallo smartphone

La strategia commerciale di Google

Secondo i dati di Canalys, i Pixel di Google hanno raggiunto il 2% del mercato nordamericano, nel secondo trimestre del 2022. Apple oggi superato Samsung e ha una quota del 52%, Big G partiva quasi dal nulla, e la sua crescita, anno su anno, è del 230%. Ma rispetto ad Apple gli smartphone sono una voce piccola nel bilancio di Google.
«Il mercato del telefonino sta attraversando un momento difficile. L’incertezza sui mercato per la crescita dei prezzi lato domanda e il rallentamento nella fornitura di microchip (crisi dei semiconduttori) lato offerta hanno pesato sulla distribuzione del prodotto per tutti gli attori. Anche per noi ma ora la situazione è migliorata e nonostante i segni meno siamo ottimisti che il mercato ripartirà».



L’integrazione hardware-software

Ottimisti anche perché per Google la partita sembra avere confini più ampi di quelli dei tradizionali produttori di smarphone. «Anche noi pensiamo che il telefonino sia centrale nella vita delle persone e per il loro accesso a internet e ai servizi dell’economia digitale ma non crediamo sia l’unico. Il nostro ecosistema di prodotti si è allargato nel tempo, sono sempre di più i punti di ingresso dell’utente all’esperienza di Google. E questo ci aiuta a migliorare i nostri prodotti».

Fonte: www.ilsole24ore.com